Barely Important People (personaggi poco importanti)

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NOME: Gregorio Alia, in arte Jessy Malò    

LIVELLO BIP: mito dimenticato, BIP a tutti gli effetti

ATTIVITÀ: ballerino tramutato in politico

ETÀ: attualmente 45-50

CITAZIONI: raramente udita la sua voce

Jessy Malò è un ballerino la cui notorietà è dovuta, come per altri BIP, alla Gialappa’s Band. La sua prima apparizione è un’interpretazione (purtroppo tagliata) di Thriller di Michael Jackson, utile a dare un assaggio delle doti di Jessy (video). Altre le sue performance degne di memoria, come quella in cui balla il “ballo della steppa” sulle note di Terra Promessa di Ramazzotti (video), o quella in cui si esibisce a torso nudo in una danza esotica dalle reminiscenze orientali (video).

Ma il suo pezzo di bravura è senza dubbio il passo della “finta caduta” che inventa durante un balletto su Gloria di Umberto Tozzi, per coprire una vera caduta occorsa durante la dinoccolata coreografia:

Ma a sorprendere è la scoperta che Jessy Malò, nella realtà Gregorio Alia, qualche anno più tardi si è candidato in politica, per una municipalità di Catania. Eccone la prova:


NOME: Giuseppe Giralico Veroli  

LIVELLO BIP: BIP quasi dimenticato… ma non da tutti

ATTIVITÀ: Predicatore televisivo, all’occorrenza sacerdote

ETÀ: 70-80

CITAZIONI:

  • Perché il signore sta per ritornando, il signore è vicino, la mezzanotte è quasi arrivata, delle dieci vergini cinque erano pazze e cinque erano avvedute.
  • Perché il mondo è contaminato: come quando gli angeli del signore andanno a Sadoma e Camorra.
  • Mettate le targhe catalitiche. 

Giuseppe Giralico Veroli, nato a Terracina 80 anni fa,  è un predicatore ciociaro che alcuni, forse molti considerano un profeta. Nei primi anni ’90 conduce e cura i contenuti de La fonte della vita, trasmissione cult per chiunque abbia abitato nei dintorni di Terracina o di Latina. Omelie, riflessioni, analisi sulla società ma soprattutto la reale rappresentazione in terra della figura di “Giasù Cristo” (così è stato sempre chiamato dal nostro eroe). Tutto questo confrontandosi con spettatori bigotti e provinciali che riempiono da anni la TV del basso Lazio.

La popolarità è stata un passo breve, (anche lui scovato dalla Gialappa’s) è diventato celebre in tutta Italia:

Per presentarlo non si poteva che iniziare con questo video: qui  Giralico comunica al mondo l’ingenuità e la purezza che è tipica delle sue terre, luoghi sconfinati in cui la religione si contrappone all’antropologia e il paesaggio diventa metafora sociale di un disagio: “Il popolo voleva conoscere gli angeli, ma non li voleva conoscere “Oh come stai”, li voleva conoscere sessualmente, adulteramente“.

Ma non si pensi che non esista il Giralico pensatore: Giralico non solo “pensa”, ma non risparmia nessuno, (se non altro tutti quelli che vanno contro la parola di Giasù) quindi nel suo calderone si potranno trovare omosessuali, preti, vescovi ma in generale quelli che lui ritiene i vizi e gli abusi dell’uomo contemporaneo (video).

L’invenzione delle “targhe catalitiche” è un esempio pregnante del fatto che non conta la storpiatura verbale: la parola è un concetto schematico ed è sottoposta al contenuto (video).  Ma ciò che forse eleva Giralico ad un definitivo stato di santità è il suo grido profetico, quello per lui è l’invocazione più alta:

“URRAJATASHAMAKALJANDA”.

Anni di analisi semiotiche non sono arrivate in nessun luogo però: perchè questa formula criptica, a cui ricorre Giralico Veroli per invocare gli esseri supremi che popolano altre dimensioni, è in realtà un’esclamazione nonsense che arriva dallo stomaco: e quindi solo ragionando di stomaco si può comprenderlo. Per questo è consigliabile a tutti di guardare con un animo puro ogni suo video, perchè ognuno rivela non per forza un dogma religioso, ma semmai un vissuto interiore sofferto e angosciante.

Il sottoscritto, appassionato osservatore di simili realtà locali, una cosa in più l’ha fatta, ed è giusto regalarla al pubblico. Pochi anni fa, con degli amici, l’ho contattato, siamo quindi andati a trovarlo e abbiamo conosciuto anche sua moglie. Nel prossimo filmato è possibile ammirare entrambi:

E questo è solo uno stralcio di una lunga intervista che abbiamo realizzato: qui abbiamo conosciuto un uomo puro, vero, che grazie agli stimoli spirituali ha trovato un contatto profondo con il territorio e con la sua religione. Chiamarlo predicatore è riduttivo, appunto, Giralico è soprattutto un uomo e insieme profeta, che ci porta, faticosamente, a capire cos’è e che senso ha quella cosa assurda chiamata universo.


NOME: Salvatore Gulisano, in arte Mago Gabriel

LIVELLO BIP: notorietà nazionale, BIP quasi VIP

ATTIVITÀ: mago, tuttofare

ETÀ: al giorno d’oggi 60-70

CITAZIONI: troppe

Il Mago Gabriel deve la sua popolarità (è stato ospite in diversi programmi a diffusione nazionale) soprattutto all’emittente piemontese TF9 e alla Gialappa’s Band che ne seguiva le gesta ai tempi di Mai dire TV. Dotato, a suo dire, di innumerevoli capacità paranormali, il mago dalla pronuncia italiana poco standard ma dall’accento regionale difficilmente collocabile, si è mostrato tuttavia poco riconoscente con la Gialappa’s che lo ha reso popolare. In un video che la stessa Mai dire TV ha recuperato e trasmesso, il mago inveisce contro i suoi talent-scout e manda un anatema su di loro. In tale occasione Gabriel esibisce senza riserve le proprie capacità dialettiche e al tempo stesso parte delle sue capacità magiche (nel filmato invoca gli astri superiori al di là del mondo). Ecco un estratto del suo discorso:

Io in questa sera piena di stelle supine voglio complessivamente far tacere l’antamento di parlar male a questi piccoli piccoli personaggi che per me sono piccolissimi personaggi: i Giappas Ben. Se l’hanno un tantino un po’ approfittato un po’ però vi garentisco che da stasera in avanti con questo influso e questo fluito ovviamente non, non troppo superiore, perché tanto, come ho potuto vedere, sono un tantino un po’ piccoli come personaggi, quindi li volevo un po’ completamente farle tacere di poter parlare tutt’altro che male dei maghi. (video)

Occorre però fare qualche passo indietro. Diverse sono le dimostrazioni offerte dal Mago e recuperate con zelo da Mai dire TV.  Le arti divinatorie di Gabriel spaziano dalla veggenza alla pura magia (è in grado di diventare invisibile), e la sua conoscenza del paranormale lo porta fra spiriti e folletti, fantasmi e altre creature ignote.

L’invisibilità ad esempio è garantita dalla possibilità di bere un uovo di “upùpa” (video), così come un semplice mantello viola assicura la facoltà di invocare il “fantasma di Giovanni” (video) che l’inquadratura della camera identifica con un viso raffigurato su una fontanella. Con lo stesso mantello Gabriel è in grado di predire il futuro delle famiglie italiane (video) o formulare il suo celebre oroscopo cinese però basato nel mangiare, da apprezzare in tutto lo zodicaco (video).

Una delle imprese più memorabili del Mago è forse la seduta spiritica parlante in cui Gabriel si “diveste” e ansima mentre comunica con gli spiriti (video).

Ma non sono certo finite qui le speciali abilità del Mago Gabriel. Capace anche nell’arte del canto (Tu vuò fa’ l’americano, video1; Una lacrima sul viso, video2) e in grado di scrivere poesie magiche in grado di far andar via per sempre il proprio partner (video), il mago dispone di una schiuma speciale che sostituisce il piacere del sesso (video) ed è l’unico a saper fare la superginnastica (video).

Senza voler sottovalutare il momento in cui parla da sottoterra (video), il migliore esperimento del Mago Gabriel è però senza dubbio quello in cui riesce a penetrare dentro i telespettatori. In modo simile alla seduta spiritica parlante il mago si sveste e dà inizio alla sua dimostrazione mistica, con colpo di scena finale:

Gabriel è anche un ricercatore ed esploratore del mondo eso-eterico e paragnottico. In una Torino d’altri tempi il Mago va a caccia di “gnomini” nei boschi che solo lui può vedere (video). In un indefinito luogo di fantasmi scopre gli spiriti del cielo, spiriti terreni, spiriti dell’acqua (che si trovano “anche possibilmente nelle più grandi umidità“) e gli spiriti dell’aria che si invocano soffiando contro la telecamera (video). O ancora il Mago va alla scoperta di un prato dei sospiri, “dove so stati tante e tante e tante anni fa a sua volta suicidate decine e decine di persone” (video).

Infine, il Mago ha persino recitato nel ruolo di se stesso nella prestigiosa telenovela Sogni d’Amore, nella quale sembra giocare o accettare lo scherzo sulla propria difficoltà ad esprimersi (video1, video2).

Voci correlate:

Mario di Sogni d’Amore


NOME: si dice Paolo Gallo, in finzione Carlo Maria o Marco o Mario

LIVELLO BIP: notorietà nazionale, talento inesploso, VIP mancato           

ATTIVITÀ: attore/personaggio

ETÀ: al giorno d’oggi 45-50

CITAZIONI:

  • Marta, andiamo di sopra, nel nostro nido d’amore.
  • Sì, sono il tuo Mario, il tuo maschio inappagato.
  • Ma che parlare, questa è l’ora dell’amore! […] Ormai sono andato, e quando uno è partito deve arrivare!
  • E come potrei non ricordare: eri la sbarba più ambita della III E.
  • Ormai sono volante! 
  •  Adesso basta, ho sentito abbastanza, il vostro coglione se ne va.

In TV si chiama Carlo Maria nella prima puntata, Marco in quella successiva, poi Mario. Nella realtà è un desaparecido introvabile. Dopo falsi accostamenti con un regista porno di nome Sergio Peirone, l’attore in questione è stato identificato come Paolo Gallo, ex ultrà del Torino poi bandito dalla Curva proprio a causa delle sue performance attoriali nella telenovela Sogni d’amore

Un discorso filologico su Sogni d’amore richiederebbe un lavoro a parte che esula dai compiti preposti a questa sede. Tuttavia, per rendere doverosamente onore al protagonista della serie TV, va almeno sottolineato come Sogni d’amore sia una produzione artistica che tocca livelli difficilmente raggiunti da qualsiasi altra opera su piccolo o grande schermo che si ricordi. Perché laddove i registi e in generale gli artisti hanno diversamente cercato di raggiungere i più alti picchi di qualità, poesia, creatività, genio, invenzione, gusto, talento, dimenticavano tutti quanto siano inesplorati e mai superati i confini che, piuttosto che procedere verso l’alto, vanno nella direzione opposta, il basso. I limiti del brutto sono stati spesso sfiorati, ma mai valicati. E Sogni d’amore ci riesce in tutto, e in pieno: riesce a toccare il fondo perché lo fa con una tale naturalezza che, se mai l’obiettivo fosse volontario, è stato raggiunto con tale maestria da non far trasparire alcuna intenzionalità. Il risultato è una pellicola in cui non esistono: 1) una trama coerente e nessuna continuità narrativa – infinite le sottotrame aperte o solo accennate e mai riprese, tecnica che rende SdA un precursore del più famoso Lost (la puntata pilota viene persino abbandonata e nella seconda si ricomincia con cambio di un’attrice protagonista); 2) una parvenza di gusto estetico –  dalle musiche agli ambienti ai costumi: 3) una recitazione minimamente verosimile per spontaneità o al contrario vagamente drammatica –  gli attori recitano quasi svogliati, i visi sono come pietrificati e le voci quasi prendono in giro le battute; 4) una cura anche solo apparente dei dialoghi e delle scenografie – spesso le battute incespicano o si ripetono, talvolta avvengono repentini cambi d’abito nelle stesse scene.

Nessuna opera è mai stata tanto bella, quanto riesce ad essere brutta Sogni d’amore. Uscendo dal banale schema di una generica dicotomia bello/brutto, Sogni d’amore è forse il più grande capolavoro cinematografico mai realizzato.

Per gli sventurati che non lo conoscessero ancora, Paolo Gallo è l’indiscutibile protagonista di questo capolavoro. La sua recitazione straniante, privata di patos, di verve e di qualsiasi espressione facciale o vocale, è di brechtiana memoria. Nel quarto degli episodi reperibili in rete (che seguono la messa in onda ad opera della Gialappa, che non coincide con quella originale, purtroppo andata perduta), si può ricavare un esempio della versatilità e dell’espressività di Mario, oltre che ammirare la bellezza di entrambi gli attori protagonisti:

Io ne ho proprio voglia, e poi a LUI non si comanda. […] Ma dai, una cosina veloce! 

Viene fuori in questo episodio il Leitmotiv della serie: l’ossessione di Mario per il sesso, ricorrenza che sarà l’unico elemento costante di questa indimenticabile telenovela. La virilità di Mario esplode in tutto il suo vigore solo qualche episodio più avanti (video) e continuerà in crescendo puntata dopo puntata.

Indimenticabile, tuttavia, è la performance nell’episodio in cui scoppia un furioso litigio fra Mario e sua moglie (che oltre a non volersi mai concedere finisce anche per tradirlo), in presenza della famiglia di lei. Anche gli altri attori riescono abilmente a star dietro ai ritmi emotivi dettati da Paolo Gallo, emulandone lo stile distaccato e le reazioni contenute. Vale davvero la pena dare uno sguardo attento all’episodio in questione (video): già sono nella storia del cinema battute come: Se volete mettere le cose a posto calate le braghe, CALATE LE BRAGHE! Oppure l’epico sfogo: Signora, lasci stare, lei ha partorito un mostro, una sanguisuga aberrante. 

Ma per fortuna tutto torna alla normalità e le voglie carnali di Mario si rinvigoriscono e superano, se possibile, il livello precedente. Tutto grazie a una decisione durata qualche secondo: già con la valigia in mano, Mario è pronto ad andar via, ma alla vista di sua moglie cambia idea e il focoso amante non può più contenersi:

Sì Marta, il mio desiderio è insaziabile: vorrei averti sempre, vorrei mangiarti per averti dentro di me. (v. puntata n. 15)

L’apice del conflitto fra i desideri incontrollabili di Mario, che ricorrono in ogni puntata, e la resistenza consueta di sua moglie, trovano la sublimazione in un dialogo che non può essere descritto ma solo ascoltato e seguito in tutti i suoi dettagli (video).

Nell’episodio successivo (video) altrettanto meritevole, si ritrova Mario a contrattare con la suocera affinché convinca Marta a concedersi nonostante l’ostacolo (???) del suo stato interessante. La madre di Marta gli consiglia di sfogarsi con l’onanismo, ma Mario replica di non aver mai interrotto la pratica e che non può certo bastare a soddisfarlo.

Cornuto e in astinenza, Mario decide di rivolgersi altrove. Anzi, è un caso fortuito in stile Kiss me Licia a regalargli un’opportunità. Le qualità e il profilo psicologico di Mario, che vengono fuori con l’avanzare degli episodi, esplodono definitivamente nell’episodio migliore della serie. Mario, dopo aver discusso con sua moglie sul nome del figlio in arrivo (commovente la sua ricerca di idee sulle pagine gialle), incontra la sua ex compagna di scuola e futura amante Simonetta durante una passeggiata notturna:

La scappatella con Simonetta regalerà, negli episodi successivi (v. puntata 28), altri preziosi scambi di battute, di cui vale la pena ricordare:

  • S: [Ricordo] quella volta in ascensore, quando mi hai detto: Stai ferma, lasciami fare, tanto al sesto piano non ci arriviamo neanche.
  • M: È vero, arrivammo al settimo… ma al settimo cielo! 
  • S: Per molto tempo poi ho pensato a te, alle tue mani, alle tue carezze… Ho sempre desiderato di trovare un uomo come te, e adesso che ti ho ritrovato: ti voglio.
  • M: Anch’io ti voglio… Sarò tuo, tuo e giacente. 

L’ultimo episodio disponibile in rete (video) regala un Mario insaziabile a casa di Simonetta, dove però finisce nelle grinfie del fratello gay di lei, che non vedeva da tempo. Intanto, fra battute allusive ben poco velate, si scoprono strani altarini riguardo una passata relazione fra i due maschietti. Una sessualità a tutto tondo quella di Mario, la cui vicenda purtroppo termina la sua narrazione con questo colpo di scena.

E allora, come eco conclusiva della finestra su questo personaggio unico, ci piace conservare quella battuta recitata con voce suadente e misteriosa da qualcun altro, alla fine dell’episodio in cui Mario ritrova Simonetta e ripete a memoria il suo numero di telefono:

69-69-69… impossibile dimenticare. 


NOME: Lucrezia    

LIVELLO BIP: comparsa occasionale in una telenovela occasionale, grande talento sprecato

ATTIVITÀ: personaggio fittizio (attrice sconosciuta)

ETÀ: al giorno d’oggi 45-50

Lucrezia è un personaggio minore della serie minore Sogni d’Amore, eppure degna di menzione speciale per la sua unica ma inimitabile performance attoriale. Nell’episodio in cui appare, si possono ammirare anche alcune finezze tipiche della serie: un rumore di fondo di aeroplano che copre i dialoghi, oppure le ambientazioni grigio-metropolitane che fanno da sfondo agli eventi narrati.

Da menzionare anche l’apparizione nell’episodio del Mago Gabriel, che tornerà anche più avanti nella serie.

La battuta con cui “Lucrezia” ha conquistato la critica in modo unanime è la prima impennata di patos nel suo dialogo, quando reagisce ai racconti dell’amico Mario gridando: “No! Potrebbe averti fatto un malocchio!“. Al di là della realizzazione, la stessa battuta merita, come illuminante risposta alle lamentele di Mario che parlava semplicemente della moglie che lo tradisce.

Voci correlate:

Mario di Sogni d’Amore (voce principale)

Mago Gabriel