Barely Important People (personaggi poco importanti)

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NOME: Sebastiano Sandro Ravagnani

LIVELLO BIP: ai limiti del VIP, ma resta BIP honoris causa

ATTIVITÀ: autore televisivo, regista improvvisato, produttore sventurato

ETÀ: nato nel 1956

CITAZIONI:

  • Io penso che in Italia non ci sono attori validi come Ivano De Cristofaro.
  • Ivano rappresenta l’essenza dell’amore, della fantasia, ed è anche il mio uccellino
  • Penso di provare esattamente quello che provava Fellini per Mastroianni
  • Io ho avuto dei grandi maestri: Pierpaolo Pasolini e Federico Fellini 
  • Non siamo stati capiti

Come autore televisivo Ravagnani è fra gli ideatori di Domenica In. Senza voler indagare la qualità del programma, si trattava di una trasmissione di successo su una delle principali emittenti nazionali. Poi però, all’improvviso, Ravagnani ha deciso di cambiare mestiere: voleva fare il regista di cinema. Una scelta coraggiosa e controversa.

Intervistato da Enrico Lucci a Le Iene (video), Ravagnani si paragona senza esitazione a Fellini e Pasolini, e soprattutto si vanta di una grande scoperta artistica, l’attore Ivano De Cristofaro, divenuto il suo attore protagonista di riferimento. Tuttavia, dal servizio emerge piuttosto una passione estetica alquanto morbosa da parte del “maestro” per la sua “musa ispiratrice”. Di Ivano mostra infatti di possedere pile di foto e bacheche di poster, in tutte le pose e con tutti gli sfondi e i costumi possibili (quando non è nudo). In uno scambio di battute allusive dichiara: “Ivano rappresenta l’essenza dell’amore, della fantasia, ed è anche il mio uccellino”.

L’intervista sarebbe tuttavia incentrata sull’opera prima del Ravagnani regista: Dreamland / La terra dei sogni. Il nuovo Fellini o il nuovo Pasolini, a domanda di Lucci sulla misura del successo che avrà il film, si mostra sicuro: Assolutamente [il successo] lo do per scontato. Eppure, alla conferenza stampa organizzata per la presentazione di Dreamland ci sono più disertori che giornalisti presenti. Un assenteismo inspiegabile, tanto più se si fa caso al trailer del film che parte sullo sfondo, durante la conferenza. Nel servizio di Lucci però non è possibile apprezzarlo per intero – ma dal video qui di seguito appare chiaro come fosse illegittimo, persino incompetente lo snobismo con cui è stato accolto Dreamland:

Il trailer, palesemente di ottima fattura e gran cura, ricorda da vicino, nella voce narrante e nei titoli sullo schermo, i trailer di registi quali Bruno Liegi Bastonliegi, Pelo Ponneso e Bruce Lagodigarda. E rende presto agevole cogliere una trama compatta, stringente, che ha subito chiaro dove vuole andare a parare. Il secondo trailer messo poi in circolazione in Italia (video) ricorda anch’esso i lavori dei registi sopra citati ed è accattivante non meno del primo, lasciando inoltre intendere le doti attoriali (ben) nascoste di Ivano De Cristofaro .

Ma al di là del trailer si cela un lungometraggio che alle sue spalle ha un gran lavoro e una profonda ispirazione. Ravagnani in persona, sempre in occasione della conferenza stampa ma stavolta con delle riprese “amiche” (video), spiega i contenuti del suo film: “Dreamland in questo momento rappresenta un punto di riferimento del modo di essere come siamo, cioè spogliati di tutto quello che può essere il pregiudizio, che può essere una diversa interpretazione di quello che è, quello che vediamo, neorealista, cioè i bambini sono i bambini, gli uomini sono gli uomini, i cattivi sono i cattivi e i buoni sono i buoni. La morale è buona: la morale è che gli italiani negli Stati Uniti si sono fatti il mazzo grande quanto una casa“. Parole chiarissime e in fondo superflue, laddove lo spirito e lo stile che soggiacciono alla pellicola erano di per sé intuibili da quanto già sentito e visto.

Per tornare sulla relazione artistica fra il regista e De Cristofaro, vale la pena ricordare quanto dichiara Ravagnani sulle scelte di sceneggiatura, ma in realtà sul suo prediletto protagonista: “Abbiamo deciso di presentare un Geppetto inedito, un Geppetto completamente nudo, che fa la scultura di se stesso, e quindi c’è questa simbologia fra Ivano, Geppetto e Pinocchio“. Un trio simbolico dunque, che comprende il bell’Ivano, un uomo anziano e il naso del burattino. Anche questo si era già intuito.

Nonostante tutti questi punti di forza, Dreamland ha inspiegabilmente fallito. Il film, già uscito una prima volta al cinema qualche mese prima della sua ri-presentazione e ri-diffusione pubblicitaria, come riferisce lo stesso Ravagnani ha incassato poco più di duemila euro a fronte di più di un milione speso. Viene da chiedersi come sia possibile tutto ciò. Ravagnani risponde che il governo non ha sostenuto la pellicola a dovere con qualche finanziamento.

Fatto sta che la prima uscita del film, risalente a qualche mese prima, aveva già richiamato l’attenzione delle Iene, ma per un altro motivo: Ravagnani non aveva pagato lo sceneggiatore, gli attori e le comparse che avevano lavorato per Dreamland (video). D’altronde non poteva agire diversamente senza un supporto da parte dello Stato.  Tant’è che al tempo del servizio di Lucci il problema non era ancora stato risolto.

Dreamland  è un film senza finanziamenti, senza pubblico, con un budget altissimo e con diversi debiti. La critica fatica a individuarne le ragioni, Ravagnani suggerisce la spiegazione: “Non siamo stati capiti“. Come tutte le opere dei grandi geni, verrà forse compresa e rivalutata solo con il tempo, magari solo con le generazioni future. La rivalutazione di Ravagnani dovrà partire dalla decodificazione di un misterioso giudizio che ha lasciato sul suo stesso lavoro: “Sono riuscito a legare i tre mondi: quello della mia fantasia, quello di Disney, quello del cinema, quello del circo, e quello del grande cinema mondiale“.

 

 

Voci correlate:

Ivano De Cristofaro


NOME: Ivano De Cristofaro  

LIVELLO BIP: alla ricerca disperata di scampoli di fama ma conosce un amico del cugino della nonna di Schwarzenegger – in realtà un BIP per eccellenza

ATTIVITÀ: preparatore atletico con il sogno del cinema

ETÀ: 30-35

CITAZIONI:

  • Mi chiamo Ivano De Cristofaro, nasco come preparatore atletico e poi negli anni ma comunque già da piccolo ho avuto sempre la passione per la recitazione e per diventare attore (ai microfoni di Video Top)
  • Io vengo dal mondo della Warner Bros.
  • Diventerò il re dei film d’azione
  • Io penso che in Italia non ci sono attori validi come Ivano De Cristofaro (S. S. Ravagnani, regista di Dreamland)
  • Dopo Valeria Golino, Monica Bellucci e Raoul Bova, un altro attore italiano è pronto a diventare una star di Hollywood:  Ivano De Cristofaro (dal sito ufficiale http://www.ivanodecristofaro.it)

È assolutamente d’obbligo inaugurare la pagina su Ivano De Cristofaro menzionando la sua passione primaria: collezionare pupazzetti di Titti (l’odioso canarino che perseguita il Gatto Silvestro). Un dato più unico che raro, se Ivano, adulto e muscoloso, un duro del grande schermo e nuovo volto dell’action movie, afferma egli stesso di possedere ben duemila esemplari di uccellini giocattolo nella sua collezione privata.

A questo punto occorre spalancare la finestra su questo attore emergente, che si propone di diventare l’erede di Arnold Schwarzenegger ma in versione metrosexual e più tenera e delicata. Come in altri casi è vantaggioso partire dalla fine: molto di recente, è stato (ri)presentato il film che ha lanciato questa giovane promessa del cinema italiano, pellicola dal titolo Dreamland / La terra dei sogni. L’occasione è stata “benedetta” da Enrico Lucci (Le Iene), che si è lanciato in un servizio approfondito (video) sull’evento, intervistando De Cristofaro e il regista che l’ha “scoperto”, Ravagnani. “La vita di un attore non è tutta oro“, ricorda Ivano, che sottolinea come abbia dovuto sudare e fare gavetta prima di poter… essere “aiutato” dal suo regista, che a propria volta non nega una “passione” multiforme per colui che definisce “la sua musa”. Ivano chiosa così la natura del loro rapporto: “Per me è anche una forma d’orgoglio essere l’uccellino di Sebastiano“.

Lo spessore e l’originalità del film Dreamland si coglie dall’enigmatica dichiarazione di Ivano: “Il mio vero partner nel film è Pinocchio“, rilasciata appena prima di esporsi in un’immagine che ha dell’incredibile quanto a genialità e creatività (v. foto sopra): il pupazzo di legno di Pinocchio tenuto per mano e posizionato giusto davanti alle pudenda, con la vaga e sottile, quanto elegante allusione che scaturisce dall’accostamento fra il naso lungo e rigido di Pinocchio e…. e.

Ma l’atletico De Cristofaro è stato intervistato persino sulla RAI al programma Unomattina (video), per presentare il suo film, che nel cast annovera la partecipazione prestigiosa di Franco Columbu , culturista e come tale vincitore per ben due volte del rinomato premio Mister Olympia. Un modello a cui aspirare per Ivano, che sogna di diventare un eroe dell’action movie.

Dreamland in realtà era uscito già al cinema diversi mesi prima della (ri)presentazione immortalata da Lucci a Le Iene. Con un solo problema: una spesa di un 1 milione e 370 mila euro, incassando in compenso… 2400 euro. Un vero peccato. La colpa, pare, sia del governo, che non ha offerto il dovuto sostegno al film. Grave errore. Dai primi minuti del film (video) e dal trailer italiano si coglie come la pellicola meritasse molto più di quanto ha raccolto:

Facile per chiunque restare impressionato dalla grande interpretazione recitativa di Ivano: chi ne fosse rimasto colpito non si senta un talent-scout, le quote sul suo successo sono bassissime perché il traguardo è quasi scontato. Ma Ivano De Cristofaro non è bravo soltanto come attore: è anche scrittore. Nel servizio di Lucci sottolinea questa sua abilità ma il montaggio la deride mostrando un book fotografico come fosse la realizzazione letteraria a cui alludeva. Colpo basso questo, da parte della Iena Enrico Lucci: in realtà Ivano ha scritto ben due libri, anche se sempre a quattro mani con il suo immancabile mentore Ravagnani. Il primo è datato 2009 e porta il titolo Cosa farò da grande. Viaggio di fantasia su mille luci di felicità. Difficile immaginare di cosa parli il libro (che esiste, qui la prova). Forse di culturismo e preparazione atletica, o forse Ivano già aveva maturato il sogno del cinema. Le mille luci potrebbero essere quelle di una palestra di Los Angeles o quelle di Hollywood. Per scoprirlo basta spendere la modica cifra di 27 euro. Oppure, accontentarsi di quanto racconta, a Chiari, lo stesso Ivano, impegnato a presentare il libro in una mise molto elegante, e solo dopo aver fatto, all’occasione, anche da intervistatore per altri potenziali BIP (video). Il secondo libro, presentato anche a Milano (qui la prova),  è la  trasposizione cartacea – e come avrebbe potuto farcela mancare? – del capolavoro cinematografico che lo ha lanciato, Dreamland.

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Sebastiano Sandro Ravagnani